Le Cisterne Romane di Fermo (FM): un’applicazione virtuosa della didattica del patrimonio


Le Cisterne Romane di Fermo sono uno straordinario esempio di ingegneria idraulica antica e rappresentano oggi anche un efficace strumento di educazione al patrimonio. Questo complesso ipogeo, risalente all’epoca augustea, con i suoi trenta ambienti voltati a botte copre una superficie di oltre duemila metri quadrati ed è tra i più grandi sistemi di conservazione dell’acqua realizzati dai Romani in Italia. Negli ultimi anni, le Cisterne sono diventate il fulcro di un approccio innovativo alla didattica museale e alla valorizzazione archeologica, sperimentato attraverso un progetto educativo che ha coinvolto scuole del territorio e che ha mostrato come un bene culturale possa essere al tempo stesso oggetto di studio e strumento attivo di apprendimento. Il metodo impiegato si fonda sull’idea che il patrimonio culturale non si trasmetta in modo passivo ma si costruisca attraverso un’esperienza partecipata e condivisa. A partire da questa premessa, gli studenti sono stati coinvolti in attività di osservazione diretta, rilievo, analisi architettonica e tecnica del monumento, studio dei materiali da costruzione come l’opus caementicium e il cocciopesto, fino alla progettazione di percorsi di visita pensati per i loro coetanei. Il progetto ha messo in pratica un modello didattico articolato su più livelli: la conoscenza storica e tecnologica del sito, la sperimentazione laboratoriale con strumenti digitali e modelli fisici, e infine la co-creazione di contenuti museali con un approccio inclusivo e intergenerazionale. Le attività hanno permesso ai partecipanti non solo di apprendere contenuti disciplinari, ma anche di sviluppare competenze trasversali come la collaborazione, la comunicazione efficace, il pensiero critico e l’iniziativa personale. Le Cisterne, con il loro ambiente suggestivo e multisensoriale, si sono rivelate uno spazio ideale per un apprendimento contestuale, in cui la storia si intreccia con la scienza, l’archeologia con l’ingegneria, e il passato diventa una chiave per leggere il presente e immaginare il futuro. In questo contesto, il monumento non è stato più percepito come un oggetto da osservare, ma come un interlocutore capace di stimolare domande, riflessioni, ipotesi e interpretazioni. L’iniziativa ha dimostrato come l’esperienza diretta nei luoghi della cultura possa generare un apprendimento profondo, partecipativo e trasformativo, rendendo le Cisterne Romane di Fermo non soltanto testimoni della perizia tecnica degli antichi, ma protagoniste attive di una nuova visione dell’educazione al patrimonio.


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