Il cittadino è il primo a chiamare l’ente gestore ogni qualvolta che accadono interruzioni idriche programmate e non al momento della riapertura del flusso idrico, per presenza di fenomeni di trascinamento nel fluido.
Si verifica nei terminali la presenza di particelle ferrose nell’acqua e alcuni depositi, fisiologici se si conoscessero non solo le tipologie di tubazioni ma soprattutto il modo dell’acqua nei tubi in particolare nelle condotte forzate. Segue un paragrafo sulle perdite di carico, che generano turbolenze nel fluido.
Seguono alcune considerazioni ,tratta da scritti del 1939.
Il movimento di una massa liquida in una condotta dà luogo a delle resistenze che in parte si oppongono al moto e agiscono quindi in direzione contraria al moto stesso.
Si distinguono le resistenze continue e le accidentali.
Le resistenze che si dicono continue, perché si sviluppano lungo tutto il percorso del tubo, sono dovute sia all’attrito fra liquido e superficie bagnata entro il tubo, sia all’attrito per reciproche azioni fra le molecole che non hanno tutte le stesse velocità quelle al centro della sezione posseggono la velocità massima e quelle che lambiscono le pareti la minima. Si considera la velocità massima e quelle che lambiscono le pareti la minima. Si considera la velocità media. Le resistenze accidentali sono dovute a cause localizzate in alcuni punti, come per cambiamenti di direzione, cambiamenti subitanei di sezione, saracinesche, valvole, ecc.
Tutte queste resistenze danno luogo a quelle perdite di pressione o di carico nelle successive sezioni della condotta.
Nell’equazione del moto se ne tien conto introducendo un termine 𝞢 y, che rappresenta la somma di tutte queste perdite valutata in altezza di colonna di liquido in m, la quale moltiplicata per il peso specifico 𝞬 del liquido ci darà la pressione perdita in kg/mq nella sezione che si considera, rispetto alla sezione iniziale.
Indichiamo con:
A area di una sezione qualunque del condotto in mq,
v velocità media del liquido nella sezione A, in m/s,
p pressione agente nella sezione A, in kg/mq,
s spazio percorso dall’origine alla sezione A, in m,
l= s-s0 lunghezza del tratto di tubo fra due sezioni Ao, A, in m,
d diametro del tubo in m,
U perimetro bagnato dal liquido in una sezione A, in m,
rm= A: U raggio medio, o raggio idraulico, della sez. A in m,
rm: d/4 raggio medio per sezione circolare, in m,
Q = A v portata o qualità di liquido fluente, in mc/s,
𝞬 peso specifico del liquido in kg/mc,
R resistenza d’attrito riferita all’unità di massa 𝞬/g,
Y altezza o carico totale, nel tratto l considerato, necessaria per imprimere al liquido la velocità v, e per vincere tutte le resistenze passive, in m di colonna di liquido,
y altezza di carico perduta per la sola resistenza continua di attrito nel tratto l, in m di colonna di liquido,
Py= 𝞬 Y ; py= 𝞬 y i carichi precedenti espressi in kg/mq,
i= y:l carico perduto per m di condotta, o pendenza virtuale dei carichi o delle colonne piezometriche,
𝞀 coefficiente per la resistenza continua di attrito, dipendente dallo stato fisico del liquido e dallo stato di scabrosità ( o di levigatezza) delle pareti bagnate, per un condotto a sezione di forma qualunque,
𝝺= 4 𝞀 coefficiente di attrito per sezione circolare di disse. d,
𝞷 coefficiente, in generale, di attrito riferito a v*v/2g,
𝞷 v*v/2g in generale perdita di carico dovuta ad una resistenza qualunque il cui coefficiente è 𝞷 in m di colonna di liquido,
𝝨 𝞷 v*v/2g somma della perdita per le resistenze sia all’imbocco o entrata nel condotto, sia ccidentali, come gomiti, saracinesche,ecc.
Le perdite y dovute alle resistenze continue, e quelle y1 dovute alle resistenze accidentali, in m di colonna di liquido, sono rispettivamente espresse da:
y= p y / 𝞬 = (1/g ) ∫ R ds , y1 = 𝝨 𝞷 v*v/2g
da Vademecum per l’ingegnere costruttore meccanico – ing. C. Malavasi – Hoepli Editore Milano
