Siamo tutti affascinati dai dolci movimenti dei getti d’acqua in alcune fontane presenti in diverse città.
La prevalenza, quindi l’altezza del getto è legata alla pressione impressa alla massa d’acqua per potersi sollevare fino all’altezza desiderata, il movimento degli ugelli e le dimensioni dell’ uscita degli stessi sono funzione dei movimenti che i filetti d’acqua faranno fino alla caduta nella piscina, fontana ornamentale.
Segue una accorta descrizione di S. Cappa.
Sia h il carico effettivo in m sul centro della luce, s l’altezza in m del getto.
a) per h<30 m si vale la formula s= 𝝰 h – β h*h
Il valore massimo di s si ha per hm= 𝝰 /2 β

b) Per 30 m < h < \150 m vale la formula
s= 𝝰 + β – 𝝲 h*h
Il valore massimo di s si ha per
hm= β / 2 𝝲
L’altezza s e l’ampiezza 𝝰 del getto, in rapporto al carico h, oltre che dalle resistenze interne, dipende anche e specialmente dalla resistenza offerta dall’aria e dall’angolo formato dalla direzione del getto con la direzione del vento.
A parità di altre circostanze, l’altezza s, l’ampiezza 𝝰 e la compattezza del getto sortono maggiori con i maggiori diametri d, e quindi, nel caso di incendio, l’impiego di un solo grosso getto riescepiù efficace in confronto di due piccoli getti derivati dallo stesso idrante; la luce però dell’ugello non deve essere maggiore di 1/4 della luce dell’idrante per non creare una troppo forte perdita di carico nella condotta. E’ per ciò sconsigliabile di derivare due o più tubi di presa da uno stesso idrante.

da Vademecum per l’ingegnere costruttore meccanico – ing. C. Malavasi Hoepli Editore Milano