L’acquedotto antico di Katane, l’attuale Catania

Gia’ nel primo secolo Katane (Catania) inizio’ ad avere problemi di approvvigionamento idrico. La scarsità della risorsa era stata causata dalle edizioni dell’Etna.

È da questa data che i catanesi iniziarono a costruire l’acquedotto.

Si trattava della maggiore opera di convogliamento idrico nella Sicilia romana e attraversava per circa 23 km il territorio compreso tra le fonti sorgive di Santa Maria di Licodia (dalla collina panoramica, detta “Botte dell’acqua”, a 400 metri sopra il livello del mare; dalle stesse fonti viene alimentata anche la celebre ‘fontana del Cherubino’, costruita nel XVIII secolo) e l’area urbana dell’antica Katane, percorrendo gli attuali territori comunali di Paternò, Belpasso e Misterbianco prima di giungere al capoluogo etneo, proprio nell’area del Monastero dei Benedettini. Dell’opera originaria – la cui presenza è documentata a partire dall’età dell’imperatore Ottaviano Augusto – restano solo poche tracce: si calcola che avesse una portata di circa 325 litri al secondo e che potesse arrivare sino a 30 mila cubi d’acqua al giorno.

https://www.archiviobollettino.unict.it/articoli/catania-e-i-suoi-acquedotti-antichi

Gestire 325 litri/ secondo necessitava di una certa abilità, che oramai sappiamo bene, ben posseduta dai romani.

da https://www.archiviobollettino.unict.it/articoli/catania-e-i-suoi-acquedotti-antichi
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