L’acqua, questa magica pozione che ci disseta, ci lava e fa crescere i pomodori nell’orto ci pare una cosa banale, no? Eppure, curiosando nei fasti del passato, vedremmo che i nostri antenati, e particolarmente quei Romani, se ne intendevano parecchio di questo liquido elemento!

Datevi un’occhiata al “BLOG di IDRAULICA ANTICA”, e vi sembrerà quasi di fare un salto all’indietro nel tempo, tra cunicoli misteriosi. L’autrice di codesto Blog, con una passione che traspira da tutti i pori, ci narra come i Romani non solo si contentavano di attingere l’acqua da un fiume, e via, no, ma l’addomesticavano, l’accumulavano, l’indirizzavano e, sì soprattutto, la CUSTODIVANO! L’acqua, lo capirete bene, era per loro materia grata! Come si direbbe ingegnere idraulico ante litteram.
Quale meraviglia! In un epoca senza le nostre tecnologie sofisticatissime creavano sistemi così raffinatissimi che noi, ci rimaniamo tuttora a bocca aperta!
Noi, che siamo già nel Terzo Millennio, che possediamo gli smartphone, le centraline idroelettriche super-super-tecnologiche, che con tutto ciò ci troviamo ancora a combattere con la siccità o con alluvioni che ci impediscono di dormire sogni tranquilli…
Si leggano le notizie sopra indicate circa i cunicoli di Fermo Romana e le antiche cisterne romane di Fermo e venga in mente subito la domanda che ci si potrebbe fare quella proposta, ossia se quelle menti del passato non avessero afferrato essenzialmente un punto ben più profondo di noi che siamo presi dalla febbre della vita moderna. E se non riscoprendo e scavando vecchi progetti, non si venisse a decidere, con tutta l’apparente perfezione delle nostre attuali nozioni tecniche, che oggi come allora la sete dell’ acqua, a qualunque titolo intenda volgersi, è in fondo vinta ed in fondo è insita nell’ingegno umano?
D’acqua si sia trattato, s’ha trattato e parrà sempre di qui innanzi seppur si remugini un poco per una volta ai precetti lasciatici dai vecchi. Supponiamo! che direbbe il lettore? E perchè il marmo, a cui il tempo non può nulla per entro, come non valga ancor esso pelle entro cui ti trovi ad urtare nelle contraddizioni d’oggi?