Dalle prime norme unitarie all’assetto odierno: il R.D. 1775/1933 ha definito concessioni e derivazioni delle acque pubbliche in un quadro centralizzato; la Legge 36/1994 (“Galli”) ha istituito il Servizio Idrico Integrato e la pianificazione d’ambito, superando la gestione frammentata; il D.Lgs. 152/2006 (Codice dell’Ambiente) ha consolidato la disciplina del SII e la natura corrispettiva della tariffa; dopo i referendum del 2011, la regolazione economica e qualitativa è stata attribuita all’Autorità nazionale con il D.P.C.M. 20 luglio 2012 (oggi ARERA); il recepimento della Direttiva (UE) 2020/2184 attraverso il D.Lgs. 18/2023 ha introdotto la gestione del rischio “dal captazione al rubinetto” e standard sanitari più stringenti; la risposta strutturale a siccità e cambiamento climatico passa dal D.L. 39/2023 convertito in L. 68/2023 (misure e semplificazioni) e dall’adozione del PNIISSI con D.P.C.M. 17 ottobre 2024, che coordina su scala nazionale gli interventi prioritari su invasi, reti e depurazione. Negli ultimi anni la gestione dell’acqua è diventata un tema industriale a tutti gli effetti: meno perdite in rete, più resilienza agli eventi climatici estremi, più dati trasparenti per gli utenti. Questo salto di qualità nasce dall’incontro fra nuove norme europee, aggiornamenti regolatori nazionali e una pianificazione d’ambito sempre più rigorosa.