I popoli antichi, parlando del tempo della Magna Grecia, del popolo dei romani e di tutte le stirpi e popolazioni dell’antichità sapevano ben quantificare il valore sociale dell’acqua per lo sviluppo delle città, anzi nascita e poi sviluppo.
Erano scaltri anche per l’utilizzo dell’acqua come arma di distruzione verso popoli in guerra.
Un primo esempio è la guerra a Sibari nella quale la stessa Sibari fu allagata e fini completamente sommersa dal fango, ciò fece morire definitivamente la città, ci fu un tentativo di ripresa ma fu vano.
Nello specifico nel 510 a.C., Sibari venne distrutta dalla rivale Crotone e in soprappiù – per cancellarne anche la memoria – sommersa dai vincitori, che a tale scopo deviarono il corso del Sibari, l’odierno Coscile (https://www.cittanuova.it/sibari-e-la-nemesi-dellacqua/?ms=003&se=001)
Fu ricostruita nello stesso luogo nel 444, con l’aiuto di Atene, e al nuovo impianto urbano progettato dal famoso architetto Ippodamo da Mileto venne dato il nome di Turi. Terza fondazione nel 194 ad opera dei romani, che la chiamarono Copia, ossia “abbondanza”. (https://www.cittanuova.it/sibari-e-la-nemesi-dellacqua/?ms=003&se=001).
Rimando al seguente link per i vs approfondimenti:
https://www.idrotecnicaitaliana.it/wp-content/uploads/2018/05/Del-Giacco-et-al.-LAcqua-n.-5-2017.pdf