
Chi mi segue su blogodraulicaantica.org sa quanto amo ascoltare i corsi d’acqua del passato: acquedotti, canalette di derivazione, opere di presa, mulini, chiuse. Da oggi aggiungo un tassello in più al mio modo di studiarli: sto conseguendo il patentino UAS A1/A3 (droni in categorie aperte) per portare la ricerca sul campo a un livello superiore.
Perché un drone per l’archeologia dell’acqua?
• Vedere l’invisibile: dall’alto emergono geometrie che a terra sfuggono—tracciati di canali interrati, argini antichi, spechi di acquedotti, deviazioni e opere scomparse.
• Documentazione rapida e sicura: il volo riduce tempi e rischi in aree impervie.
Cosa cambia per le prossime esplorazioni
• Mappature di acquedotti romani e medievali, con profili altimetrici accurati per verificare pendenze e perdite di carico storiche.
• Ispezioni fotogrammetriche su mulini e opifici idraulici, per leggere le stratigrafie costruttive.
Regola d’oro: conoscere e rispettare le norme
Il percorso A1/A3 significa volare in sicurezza e responsabilità, rispetto delle limitazioni di spazio aereo, privacy e tutela dei beni culturali e ambientali.
E poi?
Nei prossimi articoli condividerò casi di studi, se l’idraulica è anche la tua passione, preparati a guardarla da una nuova prospettiva: dall’alto.
Francesco Maria Sebastiani grazie per avermi trasmesso la tua passione ❤️
